Un filo sottile lega la storia del Castello di Torre in Pietra ad antiche leggende ed eventi dell’Italia della seconda guerra mondiale. Tra i tanti misteri, spicca la leggenda dai contorni magici e poco conosciuti di Pagliaccetto.
Il Castello di Torre in Pietra
Il Castello di Torre in Pietra, a pochi chilometri da Fiumicino, è senza dubbio tra i luoghi più suggestivi del Lazio. Oggi è conosciuto ai più anche come Castello Falconieri, dal nome dei Principi che, nella prima metà del 1600, trasformarono le due torri e le mura di cinta del piccolo villaggio fortificato in un vero e proprio castello signorile.
Furono proprio i principi Falconieri a trasformare il castello in un luogo di ricchezza e cultura grazie agli immensi saloni affrescati da Pier Leone Ghezzi e ai continui giochi di trompe l’oeil dei dipinti dei corridoi, veri e propri anelli di congiunzione tra una sala e l’altra.
Oggi il castello è proprietà privata della famiglia Carandini e vanta un’ottima produzione vinicola nelle sue antiche cantine. Difficile visitare le sue stanze, anche se consiglio di contattare il numero presente sul sito ufficiale per una visita concordata.
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Gli affreschi e i proiettili
Anche il castello non è immune a leggende e racconti misteriosi. Uno in particolare, legato alla seconda guerra mondiale, ha lasciato prove tangibili che gli stessi proprietari, in mancanza di certezze, preferiscono non alimentare.
Sul piano nobile, ad esempio, spicca la sala affrescata da Pier Leone Ghezzi con elementi bucolici e battute di caccia. In un angolo della sala sono evidenti diversi fori di proiettile, quasi che qualcuno si sia divertito a imitare una battuta di caccia con un vero fucile.
È molto probabile che gli affreschi siano stati danneggiati dai nazisti ubriachi che occuparono il castello nel corso della seconda guerra mondiale. Non sono presenti altri danni, anche se pare certo che abbiano invece trafugato importanti resti fossili di mammiferi rinvenuti nelle cantine durante scavi di ampliamento.
La leggenda di Pagliaccetto
Come anticipato, la leggenda di Pagliaccetto è legata a doppio filo al Castello di Torre in Pietra e al Principe Falconieri. Come tutte le leggende popolari tramandate per via orale, i contorni e i punti di vista si fanno confusi, pur coincidendo tutti nel finale.
Pagliaccetto, un ragazzo misterioso e senza passato, riuscì a guadagnarsi la fiducia del Principe Falconieri costruendo in una sola notte i 99 fontanili del castello e la Turris in Petra, quella che sarebbe diventata la sua casa privata e che oggi sorge isolata rispetto al borgo e prende proprio il suo nome, Torre del Pagliaccetto. Si racconta che in quell’unica notte, Pagliaccetto piantò anche un intero uliveto per il Principe, che lo nominò immediatamente fattore.
La sella magica, 99 folletti e il dono di incantare gli animali
La leggenda narra che il vero potere di Pagliaccetto si celasse in una sella magica, nei suoi 99 folletti che teneva ben nascosti nella torre insieme alla sua amata, Aniella, e la capacità di incantare le bestie.
Un giorno un certo Pocaciccia lo sfidò a tracciare per primo un solco fino al mare e Pagliaccetto, sicuro dei suoi poteri, accettò la sfida mettendo in gioco il lavoro di Fattore, la Torre di Pietra, la vita nel castello e il suo grande amore. Pare però che Pocaciccia possedesse i suoi stessi poteri magici uniti a una maggiore velocità, cosa che gli permise di vincere la sfida togliendo ogni bene a Pagliaccetto.
Qui la storia si fa confusa, perché si racconta anche che in realtà la sua amata lo abbandonò per il Principe scatenando la sua rabbia.
Quel che è certo, se si può parlare di certezza raccontando una leggenda, è che Pagliaccetto si vendicò del Principe Falconieri richiamando a sé tutti gli animali di Torrimpietra e convincendoli a seguirlo all’interno del Bosco Sacro fino al mare -dove si immerse con loro lanciando una terribile maledizione su chiunque avesse provato in futuro a inoltrarsi nel bosco- prima di sparire per sempre tra le onde.
Pare che dopo la maledizione di Pagliaccetto, una terribile carestia annientò tutti gli animali del borgo anticipando un periodo di miseria che terminò con la decadenza dei Principi Falconieri.
Cosa è rimasto oggi della leggenda di Pagliaccetto, a parte la sua Torre? Il Bosco Sacro gode di fama sinistra che, in tutta onestà, il suo aspetto lugubre non aiuta a smentire. Ancora oggi, infatti, boscaioli, cacciatori e semplici cercatori di funghi della zona evitano di avventurarsi all’interno, e c’è chi ancora crede che, proprio qui, sia seppellita la sua sella magica e maledetta.
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