Maybe there’s a God above
But all I’ve ever learned from love
Was how to shoot somebody who outdrew ya
Leonard Cohen sosteneva di non essere in grado di parlare d’amore, eppure nessuno è mai riuscito a tratteggiarne ogni sfumatura come lui ha fatto in Hallelujah. “Tutto quello che ho imparato dall’amore è stato come colpire chi sfoderava la pistola prima di me”. Il disincanto di Cohen è universalmente condivisibile: amare talvolta è una lotta, un mostrare le ferite più nascoste, un mettere a nudo la propria vulnerabilità giocandosi il rischio di lasciarsi ferire.
Per quello che mi riguarda, tutto quello che so su sull’amore, l’ho imparato da una scultura.
L’Abisso di Pietro Canonica
Villa Borghese è famosa per il verde del suo parco e la Galleria Nazionale d’arte Moderna, molto meno per il Museo Canonica, poco vicino Piazza di Siena. Un vero peccato, perché proprio all’ingresso della sala VII è possibile ammirare una statua in marmo che, per la sua composizione e struttura, non lascia mai indifferente chi vi si imbatte. Si tratta dell’Abisso, scultura scolpita da Pietro Canonica nel 1909 eppure, ancora oggi, di una bellezza moderna e struggente.
L’opera rappresenta un uomo e una donna stretti in un abbraccio che sembra fonderli. Cos’ha di speciale l’Abisso? Credo che il segreto sia in quel baratro che non è mai stato scolpito da Canonica se non nel riflesso del loro sguardo.
I lunghi capelli della donna sembrano avvolgere l’uomo che completa la struttura circolare della scultura reggendole la testa con la mano sinistra in un apparente tentativo di conforto. La critica del tempo ci ha letto un’allegoria dell’amore passionale, altri un richiamo al più letterario Paolo e Francesca. Credo invece che Pietro Canonica sia andato oltre e che lasci a ogni visitatore la libertà di leggervi l’abisso che risiede in ciascuno di noi.
Tutto quello che so sull’amore, l’ho imparato da una scultura: sarò con te, dalla tua parte, qualsiasi cosa accada di noi. Qualsiasi cosa accada, sarò sempre e comunque al tuo fianco.
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16 Comments
anna di
Gennaio 9, 2019 at 8:39 amBellissimo articolo. In effetti non sono mai stata in questo museo, ma a Villa borghese si. Quante cose si perdono!. allora ho guardato questa foto, l’abbraccio, e mi sono commossa: è più di un semplice abbraccio. Gli occhi abbassati, le braccia che si fondono, i capelli che sembrano vivi, l’amore racchiuso in un immagine. Penso a quanto deve essere bello vederlo dal vivo. Grazie infinite Francesca.
Francesca
Gennaio 9, 2019 at 8:48 amGrazie a te, Anna 🙂
Giovy Malfiori
Gennaio 9, 2019 at 9:06 amGrazie per aver citato quel museo perché, per dirla tutta, non ne conoscevo l’esistenza. Mi piace sempre sfidare l’interpretazione dell’amore data da altri, soprattutto per mettere in discussione quello che penso io.
Francesca
Gennaio 9, 2019 at 9:11 amPassaci se puoi, Giovy, ne vale la pena 🙂
Simona
Gennaio 11, 2019 at 11:10 amFrancesca questo tuo post è commovente e da brividi. Lo dico nel senso più positivo possibile. <3 Non conoscevo il museo e neppure l'opera. Mi chiedo adesso che ho letto, come sia stato per me possibile. La prima volta che sarò di nuovo a Roma andrò sicuramente a visitare il Museo e andrò alla ricerca di Abisso. Se le tue parole mi hanno fatto questo effetto, non oso immaginare cosa vivrò dal vivo!
Francesca
Gennaio 14, 2019 at 7:36 pmGrazie, Simona!
Rosanna
Gennaio 12, 2019 at 3:25 pmSpero di tornare a Roma e vedere con gli occhi del tuo racconto, questa Meraviglia.
Francesca
Gennaio 14, 2019 at 7:29 pmTe lo auguro, Rosanna!
Martina
Gennaio 14, 2019 at 8:23 amUn articolo commovente, l’amore è un sentimento che racchiude infinite sfaccettature ed interpretazioni. Eppure non riesco che ad essere d’accordo con te, l’amore è proprio questo per me: essere sempre al fianco dell persona amata, qualsiasi cosa accada. Spero di vedere presto questa scultura, perchè già foto fa venire i brividi!
Francesca
Gennaio 14, 2019 at 7:26 pmGrazie, Martina 🙂
Erica
Gennaio 19, 2019 at 9:59 amAppena ho letto le prima righe ho aperto Youtube per sentire questa canzone per la milionesima volta. Sai che ho quel museo in lista da tanto tempo? Mi sono ripromessa di visitarlo la prossima volta che tornerò a Roma. La tua interpretazione mi ha molto colpita, è sempre interessante leggere i punti di vista che un’opera d’arte può scatenare in ciascuno di noi.
Francesca
Gennaio 20, 2019 at 11:27 amCiao Erica, ti consiglio la visita al Museo Canonica, anche perché si trova proprio vicino a Villa Borghese, un posto meraviglioso
Hartine
Aprile 4, 2019 at 2:23 pmMolto commovente questo tuo post, ho visto la scultura e Galleria Borghese, sono rimasta senza parole …. da allora non riesco a buttare giù un post …
Francesca
Aprile 4, 2019 at 2:30 pmTi capisco, Hartine 🙂
Lucy
Maggio 1, 2019 at 12:36 pmOuch, che botta questo post, in senso buono! E’ bellissimo! Tra l’altro mi ritrovo completamente nella tua lettura. Non mi sarebbe venuto in mente l’amore passionale, ad esempio. L’amore nella buona e nella cattiva sorte. <3
Mi piace proprio tutto il post perché adoro la scultura, tra le arti figurative è quella che mi parla di più, specialmente i marmi chiari… una passione che mi dura da quindici anni. Questa statua non la conoscevo, quindi davvero grazie!!
Francesca
Maggio 1, 2019 at 12:44 pmGrazie a te, Lucy 🙂