A pochi chilometri da Sermoneta, Norma e Ninfa, lungo il pendio del Monte Corvino, sorge l’antica Abbazia di Valvisciolo, le cui origini, ancora oggi, sono sostanzialmente sconosciute. Cosa ha di speciale l’Abbazia, a parte la bellezza della struttura unita alla quiete tipica dei luoghi di pace? Un profondo legame tra i monaci Templari e l’Ordine Cistercense confermato da numerosi simboli ritrovati nel complesso abbaziale.
Abbazia di Valvisciolo: breve storia
Osservando le fonti relative alla fondazione dell’Abbazia di Valvisciolo non si può che giungere a una conclusione: le notizie sono confuse e incerte. Molto probabilmente, tra il XII e il XIII secolo, i Cistercensi dell’Abbazia di Marmosolio si ritrovarono costretti ad abbandonare Ninfa perché distrutta dalle truppe di Federico Barbarossa per rifugiarsi presso la vicina struttura di Valvisciolo.*
Quel che invece appare ancora più avvolto nel mistero, perché purtroppo non trova conferma in nessun documento dell’epoca, è chi abitasse L’Abbazia prima dei Monaci di Marmosolio. Secondo la tradizione, provata da numerose testimonianze presenti all’interno della struttura, in principio fu abitata dai monaci Basiliani di San Nilo (IV-V secolo), cui succedettero i Templari.
Cosa resta della presenza dei monaci Templari a Valvisciolo? Una serie di straordinarie leggende, segni e simboli ritrovati all’interno dell’Abbazia.
L’Abbazia e i monaci Templari
Oggi il profondo legame tra l’Abbazia di Valvisciolo e i Templari è tangibile: basti pensare che lo stesso fondatore dell’Ordine Cistercense aveva dedicato ai Cavalieri del Tempio un trattato, De laude nove militiate (la lode della nuova milizia), segno che fossero accettati e accolti con affetto. In aggiunta, se l’ordine dei Templari fu soppresso da Clemente V nel 1312, è molto probabile che i monaci di Marmosolio e i Templari abbiano vissuto all’interno dell’Abbazia nello stesso periodo.
L’ipotesi dei Templari: la croce sul rosone
Il primo, importante simbolo della presenza dei Templari si trova sul rosone della facciata dell’Abbazia. Nel 1905, nel corso di un restauro effettuato da un certo Pietro Speranza, apparve una piccola croce templare.
Ad un primo sguardo, il rosone rispetta tutti i canoni dell’epoca: dodici colonnine in marmo bianco che, insieme, formano la croce centrale. Il 12 ha un alto valore simbolico: 12 sono gli Apostoli, le Tribù d’Israele e i mesi dell’anno, a indicare lo scorrere del tempo. Quel che di speciale ha il rosone di Valvisciolo è una piccolissima croce templare apparsa nel 1905 in seguito ad un restauro. La croce non è ben visibile a occhio nudo ma soltanto sgranando l’immagine. Si trova a sinistra della croce più grande, in alto rispetto all’ottava colonnina contando in senso orario.
Tornando al rosone, con gli anni si è resa nota una nuova teoria: che sia appartenuto a un altro monumento e aggiunto successivamente. Osservando l’intera facciata, infatti, la misura del rosone appare molto più grande rispetto alla porta d’ingresso, mentre le regole architettoniche del tempo suggerivano un’armonia tra i due elementi. Se così fosse, a quale struttura originaria apparterrebbe?
Il chiostro dell’Abbazia: il Sator
Il Chiostro dell’Abbazia di Valvisciolo colpisce per la sua semplicità. 112 colonne binate in marmo bianco sotto piccoli archi in travertino a formare un quadrato.
Tra le pareti del chiostro spunta la testimonianza più importante della presenza templare: un Sator. Di cosa si tratta? Di un’iscrizione latina, solitamente di forma quadrata, composta da cinque celebri parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. Un’ iscrizione palindroma, vale a dire che può leggersi nello stesso modo a seconda che lo si osservi da sinistra a destra o viceversa.
Il Sator dell’Abbazia è apparso recentemente, in seguito all’abbattimento di una parete posticcia. Si tratta di un graffito straordinario che forma le parole palindrome “SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS”.
In questo caso, per la prima volta, l’iscrizione non ha la consueta forma quadrata ma circolare. Osservando attentamente il Sator dell’Abbazia, infatti, appaiono cinque anelli circolari concentrici, ognuno dei quali diviso in cinque settori.
Che si possa trattare di un riferimento alla Rotonda dell’Anastasis, l’edificio costruito intorno al Santo Sepolcro di Gerusalemme, simbolo molto caro ai crociati e che possa, a sua volta, richiamare una precedente struttura legata in qualche modo ai monaci Templari ospiti dell’Abbazia? Ci scommetterei.
Jacques de Molay e la leggenda dell’architrave
Anche l’Abbazia di Valvisciolo ha una leggenda medievale che evidenzia il profondo legame con i cavalieri Templari. Si narra che, nel 1314, mentre Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro Templare, veniva posto al rogo, gli architravi di numerose chiese unite ai crociati si spezzarono. L’Abbazia di Valvisciolo è tra queste.
Ancora oggi, infatti, è possibile osservare all’interno della Chiesa una profonda crepa, che ha unito per sempre L’Abbazia alle leggende dei Cavalieri Templari.
Approfondimenti:
*Abbazia di Valvisciolo, Sonia Testa, Aprile 2007, Grafica ’87, Pontinia
18 Comments
Lucy
Aprile 2, 2019 at 7:01 amDa piccola avevo una fissa per i cavalieri Templari… Inutile dire che il dettaglio del sator comparso dietro la parete posticcia mi ha fatta spalancare la bocca… Ti immagini? Fai dei lavori e trovi un sator? Ahah!😍
Francesca
Aprile 2, 2019 at 8:51 amCi ho pensato anch’io 🙂
Immagino la meraviglia di chi restaura per mestiere, deve essere stupendo
Annalisa
Aprile 2, 2019 at 10:27 amOddio dalle foto mi sembrava di essere a Fossanova! Ci sono molte similitudini arxhitetttoniche, ma non storiche. Interessante il sator con le parole palindrome
noemi ginosa
Aprile 2, 2019 at 6:03 pmAmo visitare questi luoghi.. sicuramente ci andrò, magari anche una domenica di sole 🙂
anna di
Aprile 3, 2019 at 1:11 amDeve essere proprio bello camminare in questi luoghi, leggere dei templari mi ha riportato indietro negli anni e credo che anche stare li ti riporti indietro. Quasi come sognare ad occhi aperti. Adoro questi luoghi che hanno quel che di magico e misterioso
Francesca
Ottobre 27, 2020 at 5:02 pmAnch’io, Anna 🙂
Serena
Aprile 3, 2019 at 6:08 amNon la conoscevo, ma è il genere di posto che pace a me: la pace di un’abbazia unita al mistero dei Templari…Mi piacerebbe visitarla!
Maria ester cozzi
Aprile 3, 2019 at 12:08 pmStupenda aleggia in ogni angolo la storia da visitare
Sara
Aprile 3, 2019 at 3:13 pmChe belli questi posti, e io adoro i Templari, con i loro misteri e le loro storie!
Sembra davvero un bel posticino, adatto ad una di queste belle domeniche primaverili!
Virginia
Aprile 3, 2019 at 3:52 pmChe bella questa abbazia! Il chiostro poi…. io ho un debole per i chiostri, non so come mai, ma mi fanno venire voglia di sedermi lì con un libro o un fiore. Questo chiostro ha un’atmosfera bellissima
Francesca
Ottobre 27, 2020 at 5:06 pmPer me è lo stesso! Sarà che rispondono a canoni precisi, nella forma e dimensione, sembrano portarti in un altro luogo
Raffi
Aprile 4, 2019 at 5:42 amNon è il primo luogo in cui si narra di misteri e legami con i Templari. La fama di quest’ordine di religiosi guerrieri era così importante che probabilmente altri ordini o realtà minori si sono appropriati dei simboli per accrescere in fama e importanza. Però qui ci sono molti segnali che riconducono ai Templari. Mistero…
Francesca
Ottobre 27, 2020 at 5:05 pmConcordo con la tua ipotesi, Raffi
Paola
Aprile 30, 2019 at 8:12 amLeggere il tuo post mi ha fatto venire in mente Indiana Jones e l’ultima crociata con tutti questi misteri templari!
Francesca
Ottobre 27, 2020 at 5:04 pmSta’ a vedere che al prossimo giro non spunti fuori con il suo cappello 😀
ANTONELLA MAIOCCHI
Ottobre 27, 2020 at 4:58 pmmolto bello il tuo post, direi che Dan Brown potrebbe scriverci un libro su questa storia! Sono sempre stata affascinata di templari e da tutti i riferimenti ambigui che si portano con sé come la frase palindroma.
Francesca
Ottobre 27, 2020 at 5:03 pmI templari hanno un fascino particolare su di me, ancora oggi, che sono diventata grande 🙂
Helene
Ottobre 28, 2020 at 11:02 amI Templari mi affascinano tant’è che quando scopro una località in cui sono passati o hanno vissuto, subito me l’appunto e appena posso ne organizzo la visita. Non conoscevo quest’abbazia ma dal tuo articolo direi che la loro impronta è più che visibile; inutile dire andrò ad aggiornare il mio elenco.