Cosa hanno in comune artisti come Virginia Woolf, Boris Pasternak, Gabriele D’Annunzio e Giuseppe Ungaretti? Un profondo legame e inaspettata fonte d’ispirazione verso quello che, pochi anni fa, Il New York times ha definito “Il giardino più bello del mondo”: il Giardino di Ninfa.
Non esiste, non può esistere una città morta che sia più ardente, vitale di questa: non può esistere un luogo dove il tempo si sia fermato come nel Paradiso terrestre, sicché ti senti sempre in colpa a camminare su quell’erba fiorita, sciuperai qualcosa, rintuzzerai il bulbo prezioso: un angelo infine verrà, con la spada, a ricacciarti nella terra di tutti.
(Cesare Brandi)
A pochi passi da Sermoneta, in provincia di Latina, è possibile visitare il Giardino di Ninfa. Un luogo unico e speciale, dove la fitta vegetazione, cresciuta in uno stato di apparente spontaneità, dona un fascino particolare e misterioso ai resti di un’antica città medievale. Percorrere il giardino in ogni stagione è come entrare in una macchina del tempo: dal suo ingresso il visitatore è proiettato in un villaggio fiabesco di un’epoca molto lontana o forse mai esistita.
Breve storia del giardino di Ninfa
Già in epoca romana il paese di Ninfa era un piccolo centro agricolo. La sua posizione geografica (un luogo profondamente strategico) insieme al territorio estremamente fertile, la resero spesso preda di saccheggi e distruzioni. A partire dall’ XI secolo Ninfa fu annessa allo Stato Pontificio. Negli anni successivi il numero della sua popolazione crebbe notevolmente fino a diventare una vera e propria città governata da diverse famiglie nobiliari.
Paradossalmente, la prosperità e bellezza di Ninfa nacquero da una distruzione. Nel 1171 infatti, Federico Barbarossa saccheggiò e incendiò la città per vendicarsi della Famiglia dei Frangipane che, nel 1159, offrì protezione al pontefice Alessandro III profondamente avverso a Barbarossa. Negli anni successivi la città fu amministrata da diverse famiglie nobiliari fino ad arrivare, nel 1297, a Pietro Caetani, nipote di Papa Bonifacio VIII. Da questo momento e prima della terribile distruzione del 1381, Ninfa visse un periodo di straordinaria ricchezza.
Della sua epoca d’oro legata al medioevo oggi possiamo ammirare ruderi di straordinario valore storico, resti di una doppia cinta muraria, di sei delle sette chiese preesistenti e di un gran numero di case in prossimità del fiume.
Il giardino
Il merito della creazione del giardino, che si estende su una superficie di 8 ettari e vanta più di 1300 piante, va senza ombra di dubbio alla famiglia Caetani. I primi alberi furono piantati nel 1920 grazie all’inglese Ada Wilbraham, madre di Gelasio Caetani. Il giardino è frutto di un’accurata ricerca di piante e arbusti provenienti da ogni parte del mondo e perfettamente adattati al territorio. Tutto, all’interno del Giardino di Ninfa, trasmette l’impressione di un territorio selvaggio e fiabesco in cui la natura si sviluppa in uno stato di apparente spontaneità, ovvero la struttura del luogo sembra assecondare il naturale sviluppo delle piante senza la minima forzatura da parte dell’uomo. In realtà, la genialità nella cura del giardino sta proprio in quell’apparente spontaneità: la mano dell’uomo, al contrario, è presente e soprattutto fondamentale per la coabitazione di piante e arbusti profondamente differenti tra loro.
Un esempio? Le splendide piante di bambù, costantemente monitorate a causa delle radici che si propagano così tanto in profondità da minacciare le piante vicine e l’ecosistema dell’intero giardino. Piccola curiosità: in primavera il boschetto di bambù del Giardino di Ninfa cresce fino a 19 cm al giorno. Ogni anno spuntano un centinaio di canne riconoscibili dal colore verde; le più ‘anziane’ invece, sradicate al termine del loro ciclo vitale, assumono un colore giallo.
A Ninfa ogni pianta e arbusto ha precisa e ragionata collocazione. L’obiettivo è quello di creare un paesaggio fiabesco o, ancora meglio, un quadro di straordinaria bellezza. Quel che rende ancora più prezioso il giardino è il modo in cui in ogni stagione la natura, con le sue diverse forme e colori, riesce a creare quadri cromatici di una bellezza straordinaria. Ragion per cui è consigliabile visitare Ninfa in ogni stagione dell’anno, non soltanto in primavera, approfittando di tutte le sue aperture straordinarie.
Al fine di proteggere flora e fauna del luogo, il Giardino di Ninfa è aperto alle visite soltanto pochi giorni l’anno.
Il giardino di Ninfa e l’elemento acqua
L’acqua è l’elemento più importante per la crescita delle piante all’interno del giardino. I resti dell’antica città medievale sono circondati dall’omonimo lago e fiume che, insieme, danno vita a stagni e ruscelli e ad un microclima talmente raro e particolare da favorire una crescita straordinaria delle piante (circa tre volte rispetto alla norma). Grazie alla conformazione del territorio, il clima particolarmente umido rende la coabitazione di piante provenienti da nazioni diverse profondamente armonica. La bellezza del giardino di Ninfa sta proprio qui: le più belle specie di piante e arbusti provenienti da Oriente e Occidente convivono dando forma a una straordinaria armonia, trasportando il visitatore in un luogo-non luogo, lontano dal tempo e dallo spazio.
In epoca medievale tre ponti attraversavano il fiume Ninfa. Uno in particolare, di cui oggi è possibile ammirare i resti, è di epoca romana. Il più famoso è invece il Ponte del macello. Piccola curiosità: leggenda vuole che il suo nome derivi dal sangue versato in una terribile battaglia avvenuta a ridosso del ponte. Con molta probabilità, al contrario, in prossimità del ponte si ergeva un edificio dedicato alla macellazione della carne.
Anche il lago di Ninfa accoglie un ospite speciale: si tratta una particolare specie di trota importata migliaia di anni fa dall’Africa dai Romani.
Info utili & Covid 19
Il Giardino di Ninfa è aperto pochi giorni l’anno e ogni stagione offre differenti e straordinari colori della natura. Recentemente, a causa dell’emergenza Covid 19, le visite guidate e di gruppo non sono ammesse. È possibile invece visitare il giardino individualmente.
Nonostante l’assenza di visite guidate, in ogni angolo del giardino è comunque possibile incontrare numerosi collaboratori molto gentili e pronti a rispondere a ogni domanda e curiosità. È naturalmente fondamentale munirsi di mascherina.
Il Giardino di Ninfa si percorre in un’ora circa. Consiglio di approfittare della breve escursione per visitare il vicino borgo di Sermoneta, in particolare lo splendido Castello Caetani e la misteriosa Abbazia di Valvisciolo, di cui ho già parlato nel blog.
Qui, invece, le info utili, eventuali aggiornamenti e gli orari d’apertura straordinaria.
Se hai voglia di approfondire l’argomento, cliccando qui e ancora qui, troverai le migliori pubblicazioni sul Giardino di Ninfa.
26 Comments
Roberta
Ottobre 13, 2020 at 9:42 amHo visitato questo giardino ormai anni fa e credo sia giunta l’ora di tornare. La sua storia (che non conoscevo fino ad ora) è affascinante, così come le sue piante, la posizione e la composizione. Bellissime le foto!
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:11 pmGrazie, Roberta, la parte più bella delle escursioni sono le foto per me 😀
Nadia
Ottobre 13, 2020 at 10:08 amE’ un posto favoloso. Merita capitare da quelle parti nei giorni di apertura. E poi, ovviamente, proseguire l’itinerario con le altre cose belle nei dintorni.
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:12 pmConsiglio la zona di Sermoneta, castello incluso, perché il giardino si visita in un’ora
Silvia The Food Traveler
Ottobre 13, 2020 at 11:29 amNon lo avevo mai sentito nominare, ma è facile capire perché questo giardino sia stata la fonte di ispirazione di scrittori e poeti. Da un lato è un peccato che sia visitabile solo per pochi giorni all’anno, ma dall’altro sicuramente è meglio così per evitare che tutta questa bellezza venga rovinata da qualche turista maldestro!
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:13 pmSilvia, il motivo è proprio questo: si cerca in tutti i modi di preservare la flora e la fauna del luogo
Annalisa Trevaligie-Travelblog
Ottobre 13, 2020 at 12:18 pmAncora non sono riuscita a visitare il Giardino di Ninfa, eppure non sono molto lontana. Tra l’altro è accumunato alla mia città dalla famiglia Caetani, che per anni è stata una delle famiglie reggenti di Gaeta. Speriamo in primavera di riuscire a farci un salto.
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:16 pmSei così vicina, Annalisa! Dovresti approfittarne. In questo periodo, poi, anche un po’ per i mesi di chiusura forzata, sono state aggiunte tante date. Ma ne comprendo il motivo: Gaeta è bellissima 🙂
Teresa
Ottobre 13, 2020 at 4:00 pmNon posso che farti i miei complimenti per le splendide foto e per l’entusiasmo con cui descrivi questo luogo così affascinante: fai davvero venire voglia di visitarlo!
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:16 pmGrazie Teresa, la parte delle foto è la mia preferita, si capisce? 🙂
ANTONELLA MAIOCCHI
Ottobre 13, 2020 at 6:52 pmMi hai fatto sognare! Adoro i giardini, ancora di più se sono ricchi di specie diverse di piante che convivono e creano quadri cromatici e accostamenti di foglie e fiori bellissimi in ogni stagione. Questo posto, con i resti della città, il ponte e il fiume ha davvero un’atmosfera da fiaba
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:17 pmGrazie, Antonella 🙂
Helene
Ottobre 14, 2020 at 6:52 amHo iniziato a scoprire il Lazio lo scorso Agosto ma siamo rimasti nell’alto Lazio e devo dire che mi piacerebbe in futuro proseguire perché ho trovato dei luoghi davvero favolosi. Questo giardino mi ricorda a tratti Bomarzo, seppur molto diverso ha degli aspetti che me li fa accomunare. Grazie delle info.
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:18 pmHai ragione Helene, ha qualcosa che lo accomuna a Bomarzo 🙂
Arianna
Ottobre 14, 2020 at 1:08 pmNon ho mai visitato questo luogo ma la tua descrizione è davvero avvincente, sicuramente ha conquistato famosi scrittori del passato, l’elemento acqua poi lo rende ancor più suggestivo!
Marilù Ortica
Ottobre 14, 2020 at 3:11 pmHo sentito parlare più volte di questi giardini e li trovo davvero affascinati, mi auguro di vederli prima o poi, che belle anche le foto e tutte le informazioni che dai a riguardo!
Francesca
Ottobre 15, 2020 at 6:19 pmGrazie, Marilù 🙂
michela
Ottobre 27, 2020 at 4:16 pmChe meraviglioso posto! Non ne conoscevo l’esistenza e nemmeno la sua storia! Meravigliosa la vista sul laghetto e il castello medievale! Lo visiterei subito fossi in zona
Francesca
Ottobre 27, 2020 at 4:30 pmTe lo consiglio, Michela, ne vale la pena. Se viaggi in auto, ancora meglio. Potresti unire la visita a Ninfa ai tanti bei borghi nelle vicinanze 🙂
Eliana
Ottobre 14, 2020 at 7:35 pmSono stata in Lazio proprio questa estate ma non ho avuto il piacere di visitare questo splendido giardino! Tutti me ne hanno parlato bene e dal tuo articolo direi che hanno ragione!
moira
Ottobre 15, 2020 at 1:34 pmma che bello!! Voglio assolutamente vedere questo giardino!! Sono una grandissima fan degli itinerari nel verde e questo mi sembra davvero splendido. Me lo segno per la primavera!
paola
Ottobre 27, 2020 at 9:05 pmContinuo ad appuntarmi luoghi meravigliosi in Lazio. Purtroppo è una regione che conosco molto poco, Roma a parte della quale ho visto forse solo un terzo di ciò che avrei voluto. Senza dubbio merita un giro approfondito, in tutta la regione e soprattutto in questo paradiso liquido e verde. Uno spetacolo.
Federica
Ottobre 27, 2020 at 9:41 pmHo già sentito parlare di questo giardino ma non essendo mai stata di passaggio da quelle parti non ho avuto modo di visitarlo, deve essere fantastico, si vede dalle foto, sembra di essere in una fiaba!
Francesca
Ottobre 28, 2020 at 4:30 pmNon avevo mai sentito parlare di questo giardino dalla storia molto affascinante e della bellezza quasi causale con cui il verde si distribuisce in modo armonico al suo interno. Dalle foto, una meta da mettere in agenda se si è da quelle parti.
Alessia
Ottobre 30, 2020 at 3:02 pmNon lo conoscevo e da quello che racconti sembra un posto che vale la pena visitare. Sembra uno di quei posti in cui puoi stare in pace con te stesso, lasciandoti cullare dal suono della natura!
Marina Fiorenti
Novembre 1, 2020 at 9:22 amNonostante abiti a Roma e conosca i dintorni (Valdisciolo e Sermoneta) e ogni primavera mi riprometta di andarci, non ho mai avuto occasione di visitare i giardini di Ninfa, cosa davvero imperdonabile! Peccato che al momento le visite guidate siano sospese, perché permetterebbero di conoscere ancora meglio questo luogo incantato.