Quando passerete da Matera, non soffermatevi alle sculture moderne esposte negli angoli più frequentati della città, al design dei locali della movida lucana, al belvedere affollato di turisti pronti a fotografare sassi e stereotipi. Quando passerete da Matera, osservate il cielo e la roccia, la luce e il suo riflesso sui sassi. Racconteranno la storia millenaria di un’anima rupestre, ingegnosa, orgogliosa, talvolta screditata eppure capace di risorgere sempre nella sua dignità.
Ingegno e sacralità
Tra le città più antiche al mondo, a Matera sacralità e ingegnoso spirito di sopravvivenza hanno convissuto per secoli. La sua costituzione orografica, infatti, ha reso la città un vero e proprio rifugio per eremiti e fuggitivi. Non a caso, le grotte di pietra e tufo che da Matera si estendono per tutta la Murgia hanno ospitato i monaci arrivati da paesi lontani –Siria, Palestina- che altro non erano che fuggitivi per via delle persecuzioni religiose.
Cosa resta oggi dei monaci insediatisi in Basilicata? È sufficiente visitare i numerosi ipogei lungo l’antica Via Appia fino alla superstrada per Potenza per godere dei meravigliosi affreschi perfettamente conservati grazie alla temperatura costante all’interno delle grotte. Affreschi che mostrano il miracolo dell’unione tra mondo ellenistico e mondo latino.
Matera è soprattutto ingegno. È l’arte di saper trasformare l’imperfezione in risorsa. Basta percorrere un angolo dell’altopiano delle Murge per scoprire che Matera è povera d’acqua, eppure, per millenni, si sono sviluppate diverse civiltà. Come? Osservate la sua pietra, scolpita da secoli di piogge. Le civiltà precedenti hanno semplicemente imitato le conche naturali creando reti e canali artificiali dove convogliare e diramare l’acqua piovana. Ecco perché Matera è soprattutto un piccolo miracolo d’ingegneria e tecnologia ante litteram: basta dormire in una delle grotte per comprendere che, qui, l’uso parsimonioso di luce e acqua, insieme alla capacità di mantenere la temperatura naturalmente costante, riporta a un tempo ormai perduto. Qualcosa di arcaico, eppure estremamente commovente.
Tra Levi e Togliatti
Matera può essere compresa solo attraverso lo studio del suo rapporto arcaico con la natura.
Quelli che oggi chiamiamo Sassi nacquero a partire dal XV secolo: vere e proprie abitazioni in grotta con facciate in muratura.
La struttura geofisica di Matera e il suo unico sistema di conservazione dell’acqua piovana non hanno aiutato lo sviluppo della città nei secoli successivi, allorché la popolazione crebbe e si sviluppò a dismisura fino a trasformare le antiche cisterne in vere e proprie abitazioni. Gli anni quaranta furono segnati da un aumento abnorme della popolazione che, unito a una naturale diminuzione dell’apporto idrico, portò a condizioni igieniche disastrose.
Anni dolorosi e disumani, segnati da un’altissima mortalità infantile, il letame sotto al letto e gli animali legati a catene, in casa, per un po’ di calore.
Fu Carlo Levi, con Cristo si è fermato a Eboli, a scoprire Matera e risvegliare le coscienze, soprattutto quelle intellettuali, su una realtà che il resto dell’Italia aveva preferito ignorare. La denuncia di Levi fu anche un omaggio a una civiltà contadina ancora capace di vivere e sopravvivere per mezzo di un legame indissolubile con la natura.
Il risveglio delle coscienze si trasformò nell’atto d’accusa di Palmiro Togliatti che, nel 1948, in seguito alla sua visita ai Sassi, definì Matera Vergogna nazionale. Seguirono gli anni del risanamento, in cui la popolazione fu costretta ad abbandonare le case per trasferirsi in rioni.
Di fatto, il risanamento fortemente voluto nel tentativo di rimediare a una vergogna ne creò involontariamente un’altra: sradicò una civiltà contadina dalle sue stesse radici.
Matera oggi: le radici e l’orgoglio
Oggi Matera è riuscita a riappropriarsi con orgoglio della sua anima contadina e, come i progenitori, ne ha fatto un punto di forza. Nel 2019 Matera sarà capitale europea della cultura, perché cultura è soprattutto la capacità di saper raccontare il passato convivendo con la modernità.
In mezzo alle case arroccate tra Sasso Barisano e Sasso Caveoso è facile trovare piccole botteghe di artigiani che lavorano pietra e tufo. Artisti come Vincenzo che, ancora oggi, rifiutano l’uso di stampi per souvenir usa e getta. Credo che il cuore di Matera sia tutto nell’orgoglio delle sue radici.
Matera è di una bellezza talmente toccante da lasciare senza fiato. È pietra e luce, è il modo unico al mondo che il cielo ha di giocare con esse, terra dove gli opposti convivono in armonia.
Quando passerete da Matera, dunque, a pochi metri da Piazza Vittorio Veneto, vedrete una statua in bronzo. Rappresenta un contadino, volto di una civiltà semplice e ingegnosa cui i materani, oggi, guardano con orgoglio. Quando passerete da Matera, osservate con attenzione i sassi, il cielo e il modo in cui la luce si riflette su essi. Racconteranno una storia antica, di una civiltà che, ancora oggi, è in grado di raccontare qualcosa di sé.
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18 Comments
Simona
Gennaio 8, 2019 at 3:13 pmMi è piaciuto davvero molto come sei riuscita a raccontare di Matera partendo dalla sua storia più profonda e andando a scavar e nelle sue radici. Luce e terra, una metafora che mi è piaciuta moltissimo. Complimenti per non essere caduta nell’ovvio e per il taglio che hai dato al tuo post. Bellissime anche le foto!
Francesca
Gennaio 8, 2019 at 3:23 pmCiao, Simona! Felice che ti sia piaciuto, soprattutto per le foto, ci tengo moltissimo! Mi piace l’idea di raccontare luoghi meno conosciuti e, se troppo turistici, di parlarne in maniera non convenzionale. A presto!
Claudia
Gennaio 9, 2019 at 6:40 pmPrima o poi dovrò andarci anche io, sono anni che lo dico ma non trovo mai l’occasione. Chissà che riesca proprio quest’anno in occasione della celebrazione di Matera come capitale della cultura europea.
Francesca
Gennaio 9, 2019 at 7:56 pmCiao Claudia, Matera è bellissima, te la consiglio. A presto!
Silvia Montis Sylvié
Gennaio 10, 2019 at 11:29 amMa quanto è bella Matera, io desidero andarci da tanto e ogni volta rimando… Mi devo proprio decidere.
Francesca
Gennaio 10, 2019 at 11:43 amTe lo consiglio, così come ti consiglio di dormire tra i sassi. Matera é bella in ogni stagione 🙂
Sara
Gennaio 10, 2019 at 8:17 pmCiao Francesca, bellissimo questo post! Matera è una delle mie mete che vorrei visitare nel 2019…ne parlano tutti così tanto ma io non ho mai avuto modo di vederla! Spero di organizzare preso, magari nella bella stagione come consigli anche tu!
Francesca
Gennaio 14, 2019 at 7:48 pmCiao Sara, Matera è tra le mete più belle d’Italia, mi auguro tu possa visitarla un giorno!
Hartine
Gennaio 11, 2019 at 9:40 pmHo in programma di visitare Matera quest’anno e i tuoi consigli mi arrino al momento giusto. Abbiamo visto i sassi di Matera dall’aereo l’anno scorso in una giornata di sole e ti ispirano proprio con la loro maestosità
Francesca
Gennaio 14, 2019 at 7:34 pmVisitala, Hartine, ne vale la pena! Grazie per l’attenzione 🙂
Julia
Gennaio 12, 2019 at 6:45 amMatera è splendida e ci ha affascinato tantissimo. Dormire in un sasso, vedere l’alba, il tramonto e le lucine di notte, sembrava di essere in una favola. Una favola immersa nella storia.
Francesca
Gennaio 14, 2019 at 7:30 pmConcordo, Julia, personalmente ho amato tanto Matera
laura
Gennaio 12, 2019 at 9:37 amUn bellissimo articolo, molto completo su una delle tante meraviglie italiane. Doveroso scrivere di Matera, proprio quest’anno, in cui è Capitale della Cultura. Orgogliosa di abitare in un Paese, l’Italia, così bella e ricca di storia ovunque.
Francesca
Gennaio 14, 2019 at 7:29 pmGrazie di cuore, Laura!
Giulia
Febbraio 10, 2019 at 3:31 pmUna storia difficile da cui Matera è saputa riprendersi a meraviglia. Quanto è bella e unica questa città!
Il tuo post è davvero molto bello e racconta alla perfezione la magia di questo luogo. <3
Francesca
Febbraio 11, 2019 at 10:38 amTi ringrazio, Giulia 🙂
Dani
Febbraio 11, 2019 at 5:31 amMatera mi ha conquistata con la sua unicità e la sua particolare e controversa storia. Passeggiando tra le sue viuzze sembra di tornare indietro nel tempo.
Francesca
Febbraio 24, 2019 at 7:07 pmVero Dani, a me ha fatto lo stesso effetto, soprattutto perché, come sempre, mi sono tenuta lontana dalla folla di turisti 😀